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Governo Meloni

Il tar del Lazio sospende il decreto del governo sulla cannabis light

Davide Mazzotta 27/10/2024

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La furia ideologica del governo Meloni si è scontrata nuovamente col muro della realtà dei fatti. Questa volta il tema che ha fatto sgretolare la propaganda dell’esecutivo riguarda la criminalizzazione della cannabis light.

Un decreto emanato lo scorso 27 giugno dal ministro della salute inseriva le composizioni orali contenenti cannabidiolo nella tabella dei medicinali con sostanze psicotrope o stupefacenti. Contro ogni evidenza scientifica e unicamente per propaganda e per passare come “il governo che lotta contro le droghe”, il ministro aveva sancito sostanzialmente l’illegalità della vendita dell’olio e gli altri preparati che si trovano nei negozi di cannabis light. Da un lato questo diffonde enorme disinformazione sul tema, andando contro ogni studio, dall’altro rischiava di mettere in ginocchio migliaia di imprenditori che avevano investito in questo settore.

Il TAR (tribunale amministrativo regionale) del Lazio ha accolto il ricorso di “Imprenditori Canapa Italia” contro il decreto del ministero della salute e ha sancito come la cannabis light non possa essere equiparata a quella tradizionale sulla base delle ricerche scientifiche. A tal proposito Mattia Cusani, presidente dell’associazione Canapa sativa, ha dichiarato pochi giorni fa: “La confusione che avvolge il dibattito sulla canapa industriale in Italia è simile a quella che si creerebbe se si accusasse una birra analcolica di ubriacare. La canapa, qualsiasi sia il suo utilizzo – che si tratti di fiori, oli o altri derivati – non può essere classificata come stupefacente. Eppure, il governo sembra voler intraprendere una battaglia senza senso contro questa pianta, con l’articolo 18 che potrebbe vietare produzione, trasporto, pulizia, lavorazione e commercializzazione delle infiorescenze, con il timore irrazionale che possano avere effetti ricreativi. In uno stato di diritto, la chiarezza è fondamentale, e non possiamo ignorare le evidenze scientifiche. È curioso che l’alcol – una sostanza ben nota per i danni sociali e sanitari – nel nostro paese sia legale e accettato, ma che si voglia vietare la canapa industriale con i suoi fiori, che non solo sono privi di effetti psicotropi, ma che hanno dimostrato innumerevoli benefici. Gli studi parlano chiaro: la dipendenza provocata dall’alcol è molto più pericolosa e diffusa rispetto a quella della cannabis con alto tenore di THC (già legalizzata negli Stati Uniti e in Germania), figuriamoci rispetto alla cosiddetta cannabis light, che presenta un contenuto di THC così basso da non avere effetti narcotici”

L’intervento del deputato Magi sul decreto del governo contro la cannabis light.

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